Zona NucleareIl sito unico nazionale per la raccolta delle scorie nucleari ,
la Sogin, i Personaggi, le Norme, il business dei rifiuti radioattivi,
le situazioni ambigue di una vicenda attorno cui girano Miliardi di Euro

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Il sito unico nazionale per la raccolta delle scorie nucleari , la Sogin, i Personaggi, le Norme, il business dei rifiuti radioattivi  italiano

    The only national site for collection of nuclear wastes in Italy, Sogin, Personages, Rules, radioactive wastes business  english
    Le seul site national pour la récolte des déchets nucléaires en Italie, le Sogin, les Personnages, les Règles, le business des déchets radioactifs  francais
    イタリアにおける国の統合核廃棄物処分場、la Sogin(核施設管理株式会社)、重要人物、法規、放射性廃棄物ビジネス  japanese
    El único “sitio nacional” por la recolección de la basura nuclear en Italia, la SOGIN, los personajes, las normas, el negocio de los desechos radiactivos  espanol
    Einziges Atommüll-Endlager in Italien, die SOGIN, die Mitwirkenden, die Normen, der Business des radioaktiven Abfalls  deutsch

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2. What is SOGIN - Nuclear Plant Management?
3. What is ANPA (now called APAT)?
4. Decommissioning in Italy - National fact sheet
5. Status of decommissioning activities of Italian Nuclear Power Plants
6. More info about Scanzano Jonico (or Ionico) and nuclear waste repository
7. Italy to send nuclear waste abroad for disposal and UK to keep foreign nuclear waste


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Tecnologie sperimentali e progetti alternativi per lo smaltimento dei rifiuti radioattivi: nel passato, nel presente, nel futuro



Il problema dello smaltimento delle rifiuti radioattivi ha portato i diversi Stati della mondo ad adottare diverse soluzioni: gli USA hanno deciso di stoccarli nello Yukka Mountain, in Nevada, senza riciclarli. La Federazione Russa è propensa a compiere un'operazione simile. Francia, Belgio, Inghilterra, Giappone hanno invece deciso di riciclarli sotto forma di MOX (ossidi di U e Pu) e riutilizzarli per aumentare la resa di produzione di energia e ridurre la quantità degli stessi. Sono due filosofie completamente differenti con grosse implicazioni politiche e strategiche, culminanti nel cosiddetto NPT (Non Proliferation Treaty), avente la finalità di minimizzare il rischio di proliferazione, incidente o sabotaggio.

Alcune soluzioni sono rese impossibili:
- depositare le scorie nei ghiacci polari dell'Antartico non è permesso a seguito di un trattato internazionale il quale sostiene che l'ultimo continente incontaminato non deve venire a contatto con il nucleare
- seppellire le scorie radioattive nella crosta terrestre ad un livello sufficientemente profondo perché possano essere risucchiate nel nucleo incandescente del pianeta, è una possibilità che è già stata studiata dagli Stati Uniti e dalla Russia, ma non esisterebbero i presupposti geologici per realizzarla.

Altre soluzioni sono poi state prese in considerazione nel passato e ancora altre si prendono in considerazione per il futuro. Vediamo alcune di queste idee.
 

A - Lo smaltimento sotto i fondali marini

B - La "trasmutazione" dei nuclei radioattivi a vita media-lunga in elementi stabili

C - Il Sole come discarica per le scorie nucleari

D - L'uso civile e bellico dell' uranio impoverito (il "prodotto di scarto")

E - Il batterio che ripulisce dalla radioattività

 





A - Lo smaltimento sotto i fondali marini

Fin dal 1977 i Paesi che conducevano ricerche nel settore del seppellimento delle scorie radioattive hanno collaborato con scambio d'informazioni nel quadro del Gruppo di Lavoro per i Fondali Marini dell'Agenzia Nucleare OECD (Organisation for Economic Cooperation and Developpement) nel quadro della Convenzione di Parigi del 14 Dic. 1960.
I Membri del Gruppo di Lavoro furono: Belgio, Canada, Francia, Germania, Italia, Giappone, Olanda, Svizzera, USA, U.K..
Nel 1979 il Consiglio dei Ministri della CEE con la partecipazione dei governi USA, Canadese e Giapponese stanziavano $ 120.000.000 per lo studio di fattibilità di un sistema sicuro per smaltire le scorie altamente radioattive al di sotto dei fondali marini.

Alla fine del 1988 venivano completati gli studi su due linee di fattibilità:

  • Deep Core che prevedeva la perforazione di fondali oceanici con seppellimento delle scorie nell'interno di un foro praticato sul fondo.
    Tale sistema però si rivelava assai costoso e complicato da attuare, richiedeva tecnologie sofisticate, navi appoggio costose e quindi gli studi non vennero approfonditi
  • Free Fall Penetrator che prevede il lancio di penetratori in caduta libera sui fondali oceanici, penetratori contenenti le scorie vetrificate e racchiuse in contenitori ermetici (canisters) ed in grado di seppellirsi a circa 50 - 80 mt al di sotto del fondo stesso del mare.
    Tale sistema richiede una semplice tecnologia e solo una accurata localizzazione delle aree di seppellimento.
    Il sistema si rivelava di semplice attuazione e relativamente poco costoso garantendo un seppellimento sotto gli strati di argilla da 50 ad 80 mt. ed una vita del penetratore dai 700 ai 1.500 anni. (valori ottenuti dai penetratori leggeri della CEE )

Schema di lancio di penetratori (contenenti le scorie vetrificate e racchiuse in contenitori ermetici, canisters) in caduta libera sui fondali oceanici e in grado di seppellirsi al di sotto del fondo stesso del mareDurante tale campagna di studi, prove, sperimentazioni, il Joint Research Center di Ispra, unitamente a diverse Aziende della Comunità, ha inoltre sviluppato diverse tecnologie collaterali e ciò ha permesso la raccolta di migliaia di dati in mare durante due crociere scientifiche completate da lanci perfettamente riusciti, in Oceano Atlantico (la prima nel giugno - luglio 1985 ) di diversi penetratori sperimentali e la realizzazione di sistemi sofisticati di telemetria e rilevamento dati fondo-superfice da quota - 6.000 mt.

Sulla base degli studi effettuati dalla CEE, una società (la Oceanic Disposal Management Inc. - ODM) intendeva realizzare il seppellimento delle scorie radioattive al fine di eliminare definitivamente il rischio delle sostanze nucleari sia ad elevata radiotossicità che a bassa radiotossicità seppellendole in modo tale che i contenitori resistano per un tempo maggiore del decadimento delle scorie contenute.
Il Penetratore MK 48 è stato realizzato in modo da:

  • Resistere alla corrosione marina per un periodo di tempo maggiore del tempo di decadimento della radioattività delle scorie caricate nei contenitori installati a bordo.
    Ciò viene realizzato utilizzando:
    • un' elevato spessore del doppio scafo di acciaio inossidabile ad alta resistenza da 40+40 mm (3") ed uno spessore di ben 500 mm (20") nel punto d'urto dell'ogiva. L'MK 48 è quindi in grado di resistere per molte migliaia di anni alla corrosione marina
    • installando grandi masse di zinco sacrificale per eliminare i piccolissimi effetti di eventuali correnti galvaniche residue per oltre 1.500 anni di seppellimento
    • cemento speciale di riempimento fra contenitori di scorie (canisters) per compattare in modo monoliticamente stabile i canisters nel penetratore
    • contenitori (canisters) con scorie vetrificate ad altissima resistenza e lunga durata, oppure estremamente compatte
  • Permettere un seppellimento in strati di argilla nei fondali oceanici con un elevato ricoprimento di 100 - 150 mt circa. (330' - 500' circa).
    Ciò viene reso possibile:
    • dall'elevato peso del penetratore stesso concentrato su di una piccola superfice d'impatto: circa 180 / 200 Ton di peso in acqua di penetratore su di un solo metro quadro di superficie frontale
    • l'elevata velocità di impatto: dai 180 ai 230 Km/h.
  • Permettere un costo finale di smaltimento per contenitore ragionevole e pagabile sia dalle Nazioni Clienti che da privati.
    Per ottenere ciò:
    • sono stati caricati i contenitori in un penetratore a sezione quadrata, sezione che permette una elevata ottimizzazione degli spazi utili ed un costo contenuto nella realizzazione
    • sono stati utilizzati materiali facilmente reperibile e relativamente poco costosi come acciaio inossidabile, cemento, zinco, fusioni di acciaio inossidabile.

Tra le varie critiche, la maggior critica fatta al sistema di smaltimento mediante la posa di penetratori in caduta libera, è stata quella che, in caso di problemi assai remoti dovuti a movimenti geologici imprevedibili (terremoti, nascita di vulcani sommersi), sia difficile il recupero di un penetratore danneggiato.

La O.D.M. Inc. era intenzionata a posare le scorie radioattive in fondali oceanici da circa -400 mt a -600 mt in acque nazionali geologicamente stabili e composte da spessi strati di argilla.
La determinazione ad operare a profondità inferiore ai 5.000 mt esaminati dalla CEE nasce dalle seguenti considerazioni:

  • Il fattore che maggiormente determina la sicurezza dello smaltimento è la profondità di penetrazione nell'argilla e non la massa d'acqua sovrastante.
    Il fattore di sicurezza è la profondità di seppellimento in strati di argilla stabile. I penetratori MK 48 sono progettati per seppellirsi ad oltre 100 mt di profondità nell'argilla molto densa, ed ad oltre 150 mt in argilla morbida.
  • L'elevata penetrazione si ottiene con l'effetto sia dell'elevato peso del penetratore che permette un'agevole perforazione degli strati di argilla, sia con il raggiungimento di una elevata velocità di impatto finale.
    Dagli studi eseguiti dalla CEE si è constatato che la velocità finale si stabilizza dopo circa 350 mt di caduta libera, ed in particolare dopo circa 200 mt di caduta il penetratore raggiunge l' 80% della velocità finale, dopo circa 300 mt il 90%.
    In definitiva quindi la velocità raggiunta all'impatto a - 400 mt poco si discosta da quella raggiungibile a - 4.000 mt, ed è pari a circa 200 Km/h.
    La differenza è molto importante.
  • Le aree disponibili a - 4.000 mt sono relativamente poche, tutte lontane dalla costa e in acque internazionali.
    Le operazioni in acque internazionali comportano una notevole mole di problemi politici e legali di non facile soluzione legali alle probabili obiezioni dei paesi rivieraschi non - nucleari e dei paesi vicini alla rotta di navigazione della nave.
    La distanza della costa, è quindi la maggior durata della navigazione per raggiungere il sito di lancio, aumenta il rischio proprio, anche se assai limitato, inerente alla navigazione.
    Infine la durata totale della navigazione è maggiore e di conseguenza il numero dei viaggi utili per anno, con buone condizioni meteomarine, è minore.
    A 4 / 5.000 mt l'utilizzo di riflettori sonar passivi diventerebbe problematico se non del tutto impossibile, mentre diventano necessari riflettori sonar attivi, pinger, transponders, che non permettono l'esatta determinazione dei valori di penetrazione conseguente la caduta del penetratore senza quindi fornire il valore della effettiva profondità di seppellimento nell'argilla se non con una stima fisico-matematica.
    Inoltre i sistemi elettronici attivi consumano energia e quindi hanno una durata limitata e possibilità di guasti o di errori sia di lettura che di trasmissione dei parametri di caduta.
  • Le aree disponibili a - 500/600 mt sono molto maggiori, tutte vicino alla costa, molto estese, e spesso in acque nazionali.
    Ciò diminuisce il rischio della navigazione ed annulla le eventuali obiezioni dei paesi rivieraschi.
    A tale bassa profondità l'utilizzo del sistema di rilevamento della profondità di penetrazione con i riflettori sonar passivi, poco costasi e semplici da costruire, è facile.
    Infine le operazioni di eventuale recupero sono enormemente più semplici a - 400 mt che a - 4.000 anche fra centinaia di anni.

[1]
 

Tuttavia questa strada è stata sbarrata, infatti:

  • 1983 - La London Dumping Convention decide una moratoria della collocazione di scorie nucleari nei fondali oceanici
  • 1990 - Dopo numerosi e spettacolari interventi di Greenpeace contro scarichi di rifiuti radioattivi e industriali in mare, la London Dumping Convention vieta il rilascio di scorie radioattive ed industriali nelle acque degli oceani, anche sotto i fondali marini
  • 1993 - La Convenzione di Londra decide il bando definitivo dello smaltimento in mare di scorie nucleari

[2]

Ma nonostante l' interramento delle scorie nei fondi oceanici fosse stato proibito dalla Convenzione di Londra, nel maggio del 1995 la società Oceanic Disposal Management Inc. (ODM) con sede legale nelle Isole Vergini ed ufficio marketing a Garlasco (Pavia), ha contattato l'Atomic Energy Corporation del Sud Africa Ltd., a Pretoria, per proporre lo sviluppo di attività di trasporto e smaltimento di rifiuti radioattivi nell'oceano, all'interno della Zona Economica Esclusiva sudafricana.
Dopo la denuncia di Greenpeace (dicembre 1995) la delegazione Sudafricana, all'oscuro del progetto (infatti il Sudafrica non aveva preso parte alla Convenzione di Londra), dichiarò che il suo governo avrebbe preso misure immediate e che, oltre a scrivere una lettera di condanna all' ODM avrebbe sollevato la questione al Consiglio di Sicurezza Nucleare dell'Agenzia Internazionale per l'Energia Atomica (AIEA). La delegazione italiana immediatamente condannò il progetto, annunciando che avrebbe inviato una lettera di condanna all'ODM. La Presidenza della Convenzione di Londra avrebbe scritto all'ODM dicendo che la sua attività è illegale; si sarebbe richiesto all'AIEA di scrivere all'ODM per informarla che l'attività da loro proposta è illegale.

La questione delle scorie è un vero "collo di bottiglia" dell'intero ciclo del combustibile nucleare.
La proposta dell'ODM, che riesuma una tecnica giudicata inaccettabile dalla Convenzione, si configura come un servizio a basso costo per l'industria e ad alto rischio ambientale. In sostanza fu chiaramente in atto un tentativo di aggirare la Convenzione, coinvolgendo Paesi che non vi aderiscono, per scaricare a mare le scorie nucleari per far passare una soluzione giudicata illegale da 84 Paesi riuniti nella Convenzione di Londra.   [3]

 
















fonti:

http://www.tinet.ch/odm01/ita.html   [1]
http://www.greenpeace.it/new/successi.php    [2]
http://www.greenpeace.it/archivio/nuke/scorie.htm   [3]
http://sci-list.ing.unitn.it/letter890.html   [4]
http://www.heos.it/Atualita_03/attua_11.htm    [5]
http://www.bur.it/2003/nr001753.htm  [6]
http://www.legambiente.org/attivita/ecosportello/Newsletter/20021002/15%20rubbia.htm  [7]
http://www.quipo.it/atosi/numero2/boom_nucleare/par3.htm   [8]
http://www.giornaledibrescia.it/giornale/2001/08/29/26,SCIENZA/T3.html   [9]
http://digilander.libero.it/ilnucleare/faq.htm   [10]
http://wwwsis.lnf.infn.it/seminars/aesposito/uranioimpoverito.html  [11]
http://ulisse.sissa.it/s7_19dic03_6.jsp  [12]
 

 

 

 



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4.
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