Zona NucleareIl sito unico nazionale per la raccolta delle scorie nucleari ,
la Sogin, i Personaggi, le Norme, il business dei rifiuti radioattivi,
le situazioni ambigue di una vicenda attorno cui girano Miliardi di Euro

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Il sito unico nazionale per la raccolta delle scorie nucleari , la Sogin, i Personaggi, le Norme, il business dei rifiuti radioattivi  italiano

    The only national site for collection of nuclear wastes in Italy, Sogin, Personages, Rules, radioactive wastes business  english
    Le seul site national pour la récolte des déchets nucléaires en Italie, le Sogin, les Personnages, les Règles, le business des déchets radioactifs  francais
    イタリアにおける国の統合核廃棄物処分場、la Sogin(核施設管理株式会社)、重要人物、法規、放射性廃棄物ビジネス  japanese
    El único “sitio nacional” por la recolección de la basura nuclear en Italia, la SOGIN, los personajes, las normas, el negocio de los desechos radiactivos  espanol
    Einziges Atommüll-Endlager in Italien, die SOGIN, die Mitwirkenden, die Normen, der Business des radioaktiven Abfalls  deutsch

   ENGLISH REPORT
1. I.A.E.A. report of nuclear power development in Italy
2. What is SOGIN - Nuclear Plant Management?
3. What is ANPA (now called APAT)?
4. Decommissioning in Italy - National fact sheet
5. Status of decommissioning activities of Italian Nuclear Power Plants
6. More info about Scanzano Jonico (or Ionico) and nuclear waste repository
7. Italy to send nuclear waste abroad for disposal and UK to keep foreign nuclear waste


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Il problema delle scorie radioattive in Russia



All'inizio degli anni '90 la Duma (la camera bassa del Parlamento russo) stabilì fra le altre cose che la Russia non avrebbe più importato scorie radioattive da altri Paesi. Fu un brutto giorno per il ministero dell'energia nucleare, il Minatom, che dovette chiedere alla vicina Finlandia, così come ad altri Paesi intorno, di cercarsi un'altra discarica per le sue scorie. La Duma creò la propria commissione per l'ambiente, e presto il governo si dotò di organismi indipendenti per la valutazione dell'impatto ambientale dei siti industriali, comprese le centrali nucleari, e il Primo ministro diede vita a un embrione del Ministero dell'Ambiente. Il vento soffiava a favore degli ambientalisti, le loro richieste vennero accolte dalla Duma e dal Governo, anche perché mostravano l'immagine di una Russia nuova, desiderosa di attirare aiuti internazionali e investimenti in valuta pregiata.

Oggi più di prima la Russia è una bomba nucleare a orologeria. Nessuno esclude il rischio di un'altra Chernobyl. Nel Guinness dei rifiuti radioattivi, la Russia può vantare il primato dei tre siti più contaminati al mondo, Seversk, Mayak e Zheleznogorsk. Gli Stati uniti non hanno lesinato su aiuti economici e incontri al vertice per cercare di mettere al sicuro le enormi quantità di plutonio possedute dalla Russia, come dimostra l'accordo fra il governo russo e quello statunitense su un programma di cooperazione scientifica da 100 milioni di dollari in cambio dell'impegno russo a non produrre plutonio con le sue scorie nucleari. Ma i soldi americani non bastano.

Il Minatom, il ministero dell'energia atomica, ha proposto di accogliere rifiuti radioattivi dall'estero in cambio di soldi.
La logica di questo progetto è che solo così si potrebbe finanziare il risanamento ambientale di zone come quella di Majak, e la messa in sicurezza dei siti pericolosi.
Per mettere in pratica questa idea, che farebbe della Russia la più grande discarica di materiali radioattivi al mondo, il Non-proliferation Trust, un'organizzazione no-profit americana, si è offerto di garantire gli standard di sicurezza dei depositi, che accoglierebbero le 15 mila tonnellate di rifiuti russi più le 10 mila tonnellata "prestate" da altri Paesi. Stando al progetto, infatti, le scorie verrebbero affidate alla Russia in prestito, e restituite entro 50 anni, nella speranza che entro breve la tecnologia riesca a fornire un metodo sostenibile per smaltire le scorie senza sconvolgere l'ecosistema.
Con 319 voti a favore, 38 contrari e 6 astenuti, il 21 dicembre 1999 la Duma ha accettato l'importazione di rifiuti dell'estero, cancellando una conquista storica degli ambientalisti russi.    [1]



E poco dopo (nel 2001) il ministero dell’Industria Atomica della Russia ha offerto Mayak come luogo di scarico per scorie e rifiuti radioattivi provenienti da paesi stranieri. Tutti conoscono Chernobyl, ma pochi sanno dell'esistenza di altri luoghi anche più contaminati nel vasto territorio della Russia. Il lago Karachai, situato negli Urali del Sud, in Russia, fu utilizzato per immagazzinare residui radioattivi provenienti da esperimenti nucleari e come discarica dei rifiuti liquidi radioattivi della vicina centrale nucleare di Mayak, attiva per oltre quaranta anni.

La mappa delle citta "segrete" dove erano situati i complessi nucleari in RussiaQuando, dopo il successo americano di Hiroshima e Nagasaki, ebbe inizio il programma per la creazione di armi nucleari da parte di Stalin, plutonio e tritio furono prodotti in tre luoghi fortificati, vale a dire in tre zone della Russia, ognuna delle quali costituita da impianti nucleari e da città chiuse dove gli abitanti vivevano in relegazione forzata. Queste città non appaiono nelle mappe geografiche e fino a pochi anni fa era proibito viaggiare da e verso questi luoghi. Inoltre, solo dal gennaio del 1991 è stato permesso anche ai visitatori stranieri di poter accedere ad alcuni di questi luoghi (alcuni, non tutti). Ciascuna di queste città ha un nome seguito da un numero che indica un indirizzo di ufficio postale, ma spesso sono conosciute con altri nomi.
Si tratta di Chelyabinsk-40, vicino a Kyshtym; Tomsk-7 in Siberia, e Dodonovo-27, tra Dodonovo e Krasnoyarsk, sempre in Siberia.



la zona di Mayak in Russia, dove si trova il lago più contaminato al mondo. Uno dei luoghi della Terra dove il nucleare ha prodotto i peggiori effettiIl complesso nucleare noto come Chelyabinsk-40, nella provincia di Chelyabinsk, sul fianco orientale degli Urali del Sud, è a 15 km a est della città di Kyshtym, in un’area di circa 90 km2. E' situato in una regione di laghi (i maggiori sono il Kyzyltash e l’Irtyash) e attraversato dal fiume Techa. Oltre a Chelyabinsk-40 qui è stata costruita anche Chelyabinsk-65, zona militare-industriale e di forza-lavoro. Nel 1955, subito dopo l’apertura del Lawrence Livermore National Laboratory negli Stati Uniti, fu costruita un’altra città conosciuta come Chelyabinsk-70, laboratorio di esperimenti fisici collegati alla produzione di Chelyabinsk-40.
Chelyabinsk-40 è meglio noto come Mayak (parola che significa faro): fu costruito a
partire dal 1945 e reso operativo per la produzione di plutonio già dal giugno del 1948. La prima bomba atomica sovietica, fatta esplodere nell’agosto del 1949, giusto in tempo per il settantesimo compleanno di Stalin, fu costruita utilizzando plutonio prodotto a Mayak.
Tutta la zona che è legata a Mayak è stata definita come la zona più contaminata del pianeta.
Per oltre sei anni, fino al 1951, scorie liquide radioattive di medio e alto livello vennero
sistematicamente rilasciate in enormi quantità dalla centrale di Mayak nel fiume Techa,
l’unica risorsa idrica per i 24 villaggi che si affacciavano lungo il fiume, esponendo alla
contaminazione radioattiva più di centomila abitanti della zona.

Nel 1951, la radioattività del fiume Techa raggiunse l’oceano Artico, sebbene il 99%
del materiale radioattivo era depositato nei primi 35 km dalla centrale di Mayak. Questa scoperta portò ad un cambiamento nella politica della discarica del materiale radioattivo.
Perciò fu proibito l’uso dell’acqua del fiume e dei suoi affluenti per uso umano e alcuni
abitanti furono evacuati da quelle zone. Furono costruite dighe e riserve artificiali in
modo da evitare che la radioattività fosse portata via dalle zone più contaminate, e gli
scarichi dell’impianto furono rilasciati sempre più nel lago Karachai, senza sbocchi diretti nell’oceano, piuttosto che nel fiume.
Durante un periodo di secca, il lago Karachai si ritirò parzialmente - era l’estate del
1967 - lasciando tutto intorno a sè della melma altamente radioattiva che, dopo essersi seccata, fu portata via dal vento. Dal lago si sollevò dunque polvere radioattiva che ricoprì un’area di oltre duemila chilometri quadrati

In termini di radioattività rilasciata durante questi disastri (e per avere un’idea di
quanto grandi siano stati) facciamo un confronto con il rilascio di radioattività avvenuto a Chernobyl, o in seguito alla bomba di Hiroshima. I dati sono in tabella:
1 TBq = 1 TeraBequerel corrisponde a 2.7 × 10−11 Curie (Ci):

Mayak: rilascio totale di radionuclidi nel lago Karachai 20.000.000 TBq
Attività della bomba su Hiroshima dopo 12 ore dall’esplosione 5.550.000 TBq
Presente attività del lago Karachai 4.400.000 TBq
Incidente di Chernobil del 1986 1.850.000 TBq
Incidente di Mayak del 1957 740.000 TBq
Scarico di sostanze radioattive nel fiume Techa 100.000 TBq
Polvere radioattiva sparsa dal lago Karachai nel 1967 22 TBq

Come risultato del deliberato o accidentale rilascio di materiale radioattivo nell’ambiente circostante, coloro che lavorano nell’impianto di Mayak e le popolazioni circostanti sono state esposte ad un totale di radiazioni e di materiale radioattivo davvero incredibile.
In molti casi, le dosi ricevute sono confrontabili con quelle ricevute dai superstiti di Hiroshima e Nagasaki. Circa 272.000 persone sono state esposte a radiazioni di alto livello.
Le risorse idriche per 124.000 persone sono state contaminate con isotopi radioattivi di alto livello (come plutonio, strozio-90 e cesio-137).

Una o due volte all’anno, gli abitanti di queste aree colpite dalle radiazioni erano chiamati per dei controlli medici nel centro di ricerca degli Urali a Chelyabinsk. Fino agli anni novanta nessuno di loro sapeva i motivi per cui erano chiamati a questi controlli medici. Il governo, invece, sapeva che gli incidenti di Mayak avevano esposto gli abitanti dei villaggi a radiazioni fortemente pericolose e sapevano che ne stavano pagando le conseguenze, ma, invece di informare gli abitanti, metteva al corrente dei dati di cui era in possesso centri di ricerca in Giappone, Stati Uniti, Germania, Francia e Svezia.

Muslyumovo è uno dei villaggi contaminati già dagli anni in cui il materiale radioattivo
veniva direttamente scaricato nel fiume Techa. Il villaggio non fu mai evacuato e la maggior parte dei suoi abitanti ha contratto malattie correlate alle radiazioni. Si trova a circa 40 km da Mayak ed è il villaggio più contaminato del pianeta: l’acqua del fiume è talmente radioattiva che i pesci sono scomparsi... Per altri questo posto è unico per la possibilità di studiare gli effetti delle radiazioni sulla vita umana nel corso di mezzo secolo...
Le persone che soffrono per la contaminazione non muoiono necessariamente in tempo brevi, però possono trasmettere geni modificati a generazioni future... Di tanti aborti spontanei avvenuti a Muslumovo, quasi tutti sono feti con grosse anomalie.

Anche i divieti di pescare nel fiume Techa o di raccogliere funghi non sono più tenuti
in considerazione: le mucche continuano a pascolare, la gente raccoglie funghi e frutta e
se li mangia, pur sapendo che sono contaminati. Il governo aveva promesso che la zona sarebbe stata bonificata e che entro 30 anni l’acqua sarebbe stata di nuovo potabile. I 30 anni sono passati e non si è fatto niente. Queste terre verdi e in apparenza normali devono aspettare ancora 240.000 anni prima che passi il pericolo del plutonio, se non si interviene in qualche altro modo prima...

Anche se molti dei reattori di produzione presenti a Mayak non sono più operativi, Mayak rimane ancora oggi un centro per riprocessare le scorie atomiche provenienti dalle centrali, dai reattori di ricerca, e dalla flotta atomica russa. Il plutonio è separato dal combustibile nucleare spento. Inoltre, Mayak possiede un impianto per il trattamento delle scorie radioattive con immagazzinamento provvisorio e strutture per la produzione di combustibile di Ossido Misto (MOX) e per la vetrificazione di scorie liquide radioattive.

Il riciclaggio e la riconversione delle scorie radioattive sono operazioni estremamente costose che i russi non sono in grado di sostenere.
Presumibilmente, a Mayak c’è un crescente accumulo di scorie non trattate. A Mayak è in costruzione un deposito dove verranno conservate 50 tonnellate di plutonio, estratto dalle testate nucleari russe. La costruzione del deposito è finanziata dagli Stati Uniti, ma non si conosce nè la data di ultimazione nè quella di entrata in funzione.

Nel lago Karachai si sta cercando di calare sul fondo blocchi di cemento per evitare che il vento risollevi la polvere contaminata nei periodi di secca. Se il materiale radioattivo presente nell’acqua del lago Karachai raggiungesse il sistema idrico del fiume Irtysh, la contaminazione potrebbe raggiungere anche l’oceano Artico.

La minaccia di una nuova catastrofe per i cittadini della regione di Mayak, si è prospettata nel 2001, quando il ministero dell’Industria Atomica (MINATOM) della Russia ha offerto la centrale di Mayak come luogo di scarico di scorie e rifiuti radioattivi provenienti da potenziali clienti come Germania, Gran Bretagna, Svizzera, Spagna, Giappone, Corea del Sud, Taiwan - con la prospettiva di ricevere 20 milioni di tonnellate di combustibile nucleare esaurito, per un totale di 20 milardi di dollari.

A fine maggio del 2002, questi piani per il trasporto, l’immagazzinamento e il riprocessamento del combustibile nucleare esaurito provenienti da paesi stranieri sono stati respinti dal corpo regolatore della Russia per la sicurezza nucleare. Come si legge nella lettera scritta in data 25 maggio 2002, le ragioni sono le seguenti: le possibilità tecniche che dovrebbero garantire l’appropriata amministrazione delle scorie radioattive in accordo con le richieste normative e legislative approvate nel campo dell’uso dell’energia nucleare, della sicurezza radioattiva per la popolazione e per la protezione dell’ambiente sono assenti. Manca il necessario equipaggiamento per il trattamento e la vetrificazione delle scorie radioattive (gli esperimenti effettuati nella fornace di vetrificazione sono insoddisfacenti). Tutto ciò rappresenta una conferma dell’impossibilità di accettare il combustibile nucleare spento dai paesi stranieri per il loro riprocessamento, senza una modernizzazione generale dell’impianto di Mayak.    [2]





la località segreta di Seversk in RussiaSeversk
è una città della Siberia (Russia), appollaiata sul fiume Tom, 15 chilometri a Nordest di Tomsk. Oggi conta 107.000 abitanti. Fino al 1992 Seversk non esisteva. Non sulle carte geografiche, almeno. Era una delle città segrete dell'Unione Sovietica. Classificata con una sigla, Tomsk-7, e accessibile al resto dei cittadini sovietici solo attraverso una casella postale. Il motivo è che Seversk era stata scelta, già dal 1949, per ospitare il più grande complesso nucleare del mondo. Quello che ha realizzato la gran parte delle decine di migliaia di testate nucleari montate su missili (45.000 delle quali dispiegate solo nel 1986) che hanno fatto dell'Unione Sovietica, insieme agli Stati Uniti, una superpotenza atomica.
Il Sibkhimkombinat (Complesso chimico siberiano, dove sono ancor oggi i due reattori civili superstiti di quello che è stato il più grande complesso nucleare del mondo ), collocato 15 chilometri a Ovest della città, era stato inaugurato nel 1954. A regime poteva contare su cinque reattori nucleari militari, un impianto di separazione chimica, uno per il riprocessamento dell'uranio e del plutonio, un impianto di arricchimento dell'uranio e, infine, un sistema di stoccaggio dei rifiuti nucleari. A Seversk oggi funziona un solo reattore militare. Nel complesso lavorano ancora 15.000 persone.


I rifiuti solidi, per un totale di 127.000 metri cubi, sono conservati in un bunker nel sottosuolo, in contenitori con pareti spesse 1,5 metri. Fino al 1982 i rifiuti liquidi venivano scaricati in due pozzi, B1 e B2, che coprono un'area di 75.000 metri quadrati. I due pozzi non erano - e non sono - chiusi in alcun modo. In una ventina di anni vi sono stati scaricati in totale 280.000 metri cubi di liquidi contenenti isotopi radioattivi a lunga vita per un totale stimato di 4,6 milioni di TBq (miliardi di bequerel). Gli animali che si aggirano nei dintorni, è cosa nota da tempo, sono tutti contaminati. Dal 1982 i rifiuti liquidi radioattivi vengono depositati in pozzi più attrezzati. In particolare i rifiuti a basso livello di radioattività vengono pompati in strati di sabbia posti tra 240 e 290 metri nel sottosuolo; mentre quelli ad alto livello di radioattività vengono depositati in strati di sabbia collocati a una profondità di 310-340 metri.

Questi siti ospitano qualcosa come 36 milioni di metri cubi di liquidi radioattivi, per un totale stimato di 40 milioni di TBq. Solo per fare un paragone, l'intero ammontare dei rifiuti radioattivi in Italia non supera i 25.000 metri cubi.

E' un dilemma la loro gestione provvisoria. Che, come testimoniano vecchie indagine e i nuovi rilievi del GAP, è piuttosto lacunosa. Ed è un'incognita la loro collocazione definitiva. Nessuno a Seversk sa come contenere la diffusione nell'ambiente delle scorie nucleari. Nessuno sa quale sarà il loro destino futuro. Nessuno sa, in tutta la Russia, qual è la quantità delle scorie nucleari disseminate nell'ambiente in 40 anni di guerra fredda. E nessuno sa come minimizzare i rischi e riparare i danni prodotti dalle scorie della guerra fredda. Ma, anche ammesso che qualcuno sapesse cosa e come fare, nessuno in Russia ha i quattrini per mettere mano a un'opera che ha dimensioni semplicemente enormi.  [3]





per approfondire il problema delle scorie radioattive in USA


per alcune rapide considerazioni di importanti studiosi sul sito di Scanzano Ionico,  sul WIPP (New Mexico, USA) e sullo Yucca Mountain (Nevada, USA)



fonti:
http://www.verdi.it/document/scorie/9.htm  [1]
http://www.dmsa.unipd.it/~mazzia/lavori/seminario.pdf  [2]
http://www.kontrokultura.org/archivio2001/scorie_nucleari/resti_guerra_fredda.html  [3]
 

 



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  SCIENZA
1. Cosa è la radioattività? e i suoi effetti?
2. L' uomo, le radiazioni corpuscolari ed elettromagnetiche, le radiazioni ionizzanti
3. Le applicazioni della radioattività e delle radiazioni ionizzanti
4. Cosa sono le scorie nucleari?
5. Cosa sono i rifiuti radioattivi? (definizione, classificazione, origine)
6. La gestione dei rifiuti radioattivi

7. Documentazione scientifica in merito alla materia "rifiuti nucleari"
8. Come si effettua rilevamento e la misurazione della radioattività? (cenni normativi, strumenti, unità di misura)
 

 
 
NORME
1. La scelta del sito per il deposito di rifiuti nucleari: dall' Enea alla Sogin
2. Scorie nucleari. Il Commissario e la Commissione
3. Il decreto-legge n. 314/03 e la legge di conversione n.368/03
4.
Accordi, norme e raccomandazioni internazionali che non sono state rispettate nella legge 368/03
5.
Risoluzione del Comitato delle Regioni (organo UE) n. 251 del 1998
6. Il Progetto europeo COMPAS
7. Riferimenti normativi in merito alla materia "rifiuti nucleari"
8. Guida Tecnica n. 26 - La gestione dei rifiuti radioattivi

9. Le Direttive Europee che disciplinano l’ accesso del pubblico all’ informazione ambientale
10. Il diritto alle informazioni e ai processi decisionali e le sue basi normative
 
 
QUESTIONE
        SCORIE ITALIA
1. La commissione parlamentare d' inchiesta Scalia
2. La Task Force Enea
3. L' Inventario   Nazionale dei Rifiuti Radioattivi - ENEA 2000
4. Il GIS (Sistema Informativo Geografico) della Task Force Enea
5. Il GIS (Sistema Informativo Geografico) del GSP3 - SITO
6. Carlo Jean, un Generale molto militare, poco nucleare...
7. I mille incarichi del prof. Paolo Togni - vice della Sogin e tanto altro...
8. La Sogin Spa e il nucleare in Italia
9. Le attività della Sogin
10. Il parere che Carlo Rubbia ha esposto in Parlamento
11.
Il parere degli esperti: J.K. Mitchell, B. De Vivo, P.Risoluti, T. Regge
12. Quali fattori per la scelta: scientifici? ...o forse politici?
13. Il referendum sul nucleare del 1987
14. Mappa degli attuali depositi di materiale radioattivo in Italia
15.
La situazione in Italia dei rifiuti radioattivi
16. Studio Sogin per la localizzazione del sito a Scanzano Ionico - relazione integrale
17. Studio Sogin per la localizzazione del sito a Scanzano Ionico - appendice finale
18. Workshop internazionale sul decommissioning degli impianti nucleari - Roma 2004
 
 
DOSSIER ITALIA
1. L' ecomafia dei rifiuti in Italia
2. Il traffico di materiale ferroso contaminato alle fonderie
3. Navi affondate e sospetti: i traffici di rifiuti pericolosi e radioattivi
4. La legge-delega sull'ambiente: effetti, personaggi, valutazioni
5. Il Ministro dell’Ambiente Matteoli: paralisi o no?

6. La costruzione del "sito unico": l'Impregilo e la B.N.L. in prima linea?
7. A Taranto una base USA per i sottomarini nucleari?
8. Il rischio attentati terroristici legati ai depositi di scorie radioattive
 
 
DOSSIER MONDO
1. La situazione in Europa dei rifiuti radioattivi
2. I depositi per lo smaltimento dei rifiuti nucleari nel mondo
3.
Il problema delle scorie radioattive in USA

4. Il problema delle scorie radioattive in Russia
5. L'impianto di Sellafield in Gran Bretagna per il trattamento di rifiuti nucleari
6.
Lo smantellamento degli arsenali nucleari, l' uranio altamente arricchito (HEU), il plutonio e il mox
7. Il costo per la conservazione e lo smaltimento definitivo del materiale radioattivo
 
 
PROGETTI
        SPERIMENTALI
        E ALTERNATIVI
1. Lo smaltimento sotto i fondali marini
2.
La "trasmutazione" dei nuclei radioattivi a vita media-lunga in elementi stabili e il "motore" di Rubbia

3. Il Sole come discarica per le scorie nucleari
4. L'uso civile e bellico dell' uranio impoverito (il "prodotto di scarto")
5. Il batterio che ripulisce dalla radioattività
 

 


 

   

last update January 2006     ::     online since 19 December 2003