La nuova vocazione nucleare italiana si chiama
SOGIN
La SOGIN (Società Gestione Impianti
Nucleari Spa) è stata istituita nel quadro del riassetto del sistema
elettrico in ottemperanza al decreto legislativo n. 79 del 16.03.1999 (che
ha disposto la trasformazione dell'ENEL in una Holding formata da diverse
società indipendenti, tra cui la Sogin, che ha ereditato tutte le attività
nucleari dell'ENEL).
Lo stesso decreto assegna:
- le azioni della società al Ministero del Tesoro (trasferite al Ministero
del Tesoro il 3 novembre 2000) (ora Ministero dell’Economia e delle Finanze)
- il compito di fornire gli indirizzi operativi al Ministro dell’Industria
(ora Ministro delle Attività produttive)
Istituita il 01.11.1999 come società del Gruppo ENEL, SOGIN ha incorporato
le strutture e le competenze precedentemente applicate alla progettazione,
alla costruzione e all’esercizio delle quattro centrali elettronucleari
italiane.
Gli indirizzi strategici e operativi alla società sono stati formulati
- nel Documento del Ministro dell'Industria al Parlamento del 14.12.1999;
- nel DM Industria 07.05.2001.
In attuazione del DM Industria-Tesoro 26.01.2000, i programmi di attività
di SOGIN sono sottoposti alla valutazione dell’Autorità per l’energia
elettrica e il gas, che ne controlla l’efficienza al fine del
riconoscimento da parte dello Stato dei relativi oneri economici.
per conoscere i principali operatori nel campo della gestione dei
rifiuti radioattivi in Italia
L’atto costitutivo e lo statuto di
SOGIN sono stati redatti in data 31 maggio 1999 e sottoscritti
dall'Amministratore delegato dell’ENEL.
- L’oggetto sociale è definito nel
Titolo II dello statuto (art. 4):
- La società ha per oggetto
l’esercizio delle attività relative allo smantellamento delle
centrali elettronucleari dismesse, alla chiusura del ciclo del
combustibile, e le attività connesse e conseguenti.
- La società svolge la propria
attività nel rispetto degli indirizzi formulati dal Ministro
dell’industria, commercio e artigianato e può operare sia in Italia
che all’estero e svolgere qualsiasi altra attività connessa,
strumentale, affine, complementare o comunque utile per il
conseguimento dell’oggetto sociale.
- Il funzionamento e i poteri
dell’assemblea dei soci sono definiti nel Titolo IV dello statuto (artt.
12-16):
- L’assemblea è presieduta dal
presidente del consiglio di amministrazione o, in caso di sua
assenza o impedimento, dal vicepresidente se nominato, oppure, in
mancanza di entrambi, da altra persona delegata dal consiglio di
amministrazione.
- L’assemblea delibera su tutti gli
oggetti di sua competenza per legge con le maggioranze richieste
dalla legge nei singoli casi.
- Le deliberazioni dell’assemblea,
prese in conformità delle norme di legge e dello statuto, vincolano
tutti i soci.
- In base alle definizioni contenute nel
Titolo V, artt. 17-27:
- La società è amministrata da un
consiglio di amministrazione composto da un numero di membri
(determinato dall’assemblea) non inferiore a tre e non superiore a
nove.
- Il consiglio di amministrazione è
nominato per un periodo fino a tre anni ed è rieleggibile a norma
dell’Art. 2383 del codice civile. Il consiglio, qualora non vi abbia
provveduto l’assemblea, elegge fra i suoi membri un presidente e può
eleggere un vicepresidente, che sostituisce il presidente nei casi
di assenza o impedimento.
- Il consiglio di amministrazione è
investito dei più ampi poteri per l’amministrazione ordinaria e
straordinaria della Società e può delegare, nei limiti di cui
all’art. 2381 c.c., proprie attribuzioni ad un comitato esecutivo
e/o ad uno dei suoi componenti (con facoltà di subdelega).
- La rappresentanza legale della
Società e la firma sociale spettano sia al presidente sia
all’amministratore delegato e, in caso di assenza o impedimento del
primo, al vice presidente se nominato.
- Il presidente ha poteri di
rappresentanza della Società, presiede l’assemblea, convoca e
presiede il consiglio di amministrazione e verifica l’attuazione
delle deliberazioni del consiglio.
- La composizione dell’organo di
controllo è stabilita al Titolo VI (art. 28), che prevede un collegio
sindacale costituito da tre sindaci effettivi eletti dall’assemblea,
che elegge altresì due sindaci supplenti. I sindaci uscenti sono
rieleggibili.
il vecchio logo della Sogin
il nuovo logo della Sogin (2004)
In base allo Statuto la SOGIN è amministrata da un Consiglio di
amministrazione composto di un numero di consiglieri non inferiore a tre e
non superiore a nove. Il Consiglio di amministrazione è nominato per un
periodo fino a tre anni ed è rieleggibile a norma dell’art. 2383 del
codice civile.
Il Consiglio di amministrazione in carica è stato nominato in data
21.11.2002 ed è composto di sette membri:
Prof. Carlo Jean (Presidente)
Prof. Paolo Togni (Vicepresidente)
Ing. Giancarlo Bolognini (Amministratore delegato)
Ing. Silvio Cao (Consigliere)
Dott. Fernando Carpentieri (Consigliere)
Dott. Paolo Mancioppi (Consigliere)
Dott. Nando Pasquali (Consigliere)
Avv. Renato Ciccarello (Segretario permanente)*
* Nominato dal Consiglio di amministrazione, con Deliberazione n. 20, in
data 18.09.2003.
La SOGIN ha un’articolazione territoriale che comprende
- la sede centrale di Roma
- le centrali nucleari in fase di
smantellamento ex-ENEL
- Trino (Vercelli)
- Caorso (Piacenza)
- Latina
- Garigliano (Caserta)
- gli impianti del ciclo del
combustibile in fase di smantellamento ex-ENEA
- Impianto EUREX Saluggia (Vercelli)
- Impianto FN Bosco Marengo
(Alessandria)
- Impianto OPEC Casaccia (Roma)
- Impianto Plutonio Casaccia (Roma)
- Impianto ITREC Trisaia, Rotondella
(Matera)
Le risorse finanziarie impiegate da SOGIN
per l'attuazione dei programmi di messa in sicurezza e smantellamento degli
impianti derivano da due diversi contributi:
- il fondo trasferito a SOGIN dall’ENEL
all’atto del conferimento delle attività nucleari
- il finanziamento pubblico accordato
dal governo sulla base delle determinazioni dell’Autorità per
l’energia elettrica e il gas a valere sulla componente A2 della
tariffa elettrica (oneri nucleari)
Un aspetto importante che regola la gestione
SOGIN è che sia il fondo trasferito dall'ENEL sia le risorse derivanti dal
finanziamento pubblico hanno per oggetto esclusivo la copertura dei costi di
smantellamento degli impianti e di sistemazione del combustibile irraggiato
e dei rifiuti radioattivi, e non possono essere utilizzati per scopi
diversi.
Il meccanismo di finanziamento delle spese relative al decommissioning degli
impianti nucleari di proprietà Sogin è definito nel DM Industria del 26
gennaio 2000 ed opera nel modo seguente:
- SOGIN sottopone a cadenza annuale i
propri programmi di attività all’Autorità per l’energia elettrica e il
gas
- L’Autorità sottopone a revisione i
programmi sotto il profilo della giustificazione e dell’efficienza
economica
- Esaurita la verifica, l’Autorità
propone gli oneri da addizionare alla componente A2 della tariffa
elettrica
- Gli oneri sono addebitati sulla
componente A2 della tariffa elettrica con decreto del Ministro delle
attività produttive di concerto con il Ministro dell’economia e delle
finanze
- I distributori elettrici versano alla
CSCE i proventi derivanti dalla componente A2 della tariffa elettrica
- La CSCE versa a SOGIN il gettito di
competenza derivante dalla componente A2 della tariffa elettrica
[1]
Il progetto di punta della Sogin si chiama "Global Partnership":
prevede lo smantellamento di una serie di sottomarini a propulsione atomica
ormai obsoleti, parcheggiati nei porti dove attracca la flotta russa.
“Global Partnership” nasce nel giugno del 2002, quando i Paesi del G8 - al
summit di Kananaskis - decidono di investire 20 miliardi di dollari Usa nel
giro di dieci anni.
Con la Sogin - risulta dai resoconti della Commissione parlamentare
sul ciclo dei rifiuti, 9 luglio 2003 - sono coinvolte le imprese Fincantieri,
Ansaldo, Duferco e Camozzi.
La Sogin e le aziende italiane contano - come ha spiegato alla
Commissione lo stesso Carlo Jean - di realizzare in Russia anche un impianto
chiamato “Accelerator Driven System (Ads)”, ideato dal Nobel Carlo Rubbia
ma mai sperimentato: questa macchina dovrebbe bruciare parte delle scorie
nucleari russe, riducendone la pericolosità. Se questo impianto dovesse
svilupparsi e rivelarsi efficace, secondo il generale potrebbe accogliere
anche le scorie italiane che, ha detto ancora Jean, non possono
essere stoccate in casa dati i "seri problemi" causati dalla "emotività
esistente a riguardo". [2]
L' Ansa in data 19/02/04 ha riportato la
notizia che per smantellare entro il 2015 i cinque impianti del ciclo del
combustibile nucleare presenti in Italia - i due della Casaccia, nei
pressi di Roma, e quello di Rotondella (Matera), Saluggia (Vercelli) e
Bosco Marengo (Alessandria) - la Societa' di gestione degli impianti
nucleari (Sogin), creata nel 1999 all' interno della holding Enel e
dal novembre 2000 trasferita al Ministero dell' Economia, spenderà
862 milioni di euro. Cifre e programmi sono stati illustrati oggi
dal Direttore della disattivazione degli impianti di combustibile, Ivo
Tripputi, e dal Direttore delle relazioni esterne di Sogin, Ugo Spezia,
a Rotondella (Matera), dove si trova il centro Itrec frutto di un
accordo fra Italia e Stati Uniti che risale al 1959. Oltre ai cinque
impianti del ciclo del combustibile, Sogin gestisce anche le quattro
centrali nucleari italiane (Trino Vercellese, Caorso, Latina e
Garigliano). Tripputi e Spezia, rispondendo alle domande dei
giornalisti, hanno spiegato che tecnici di Sogin stanno collaborando
allo smantellamento di tre sommergibili nucleari dell' ex Unione
Sovietica, nella base di Arcangelo, e alla costruzione di un deposito a
Murmansk: ''Queste attivita', controllate dal G8 - ha detto Spezia - non
hanno alcuna relazione con gli impianti italiani ne' e' previsto alcun
trasferimento di materiale o scorie in Italia''. Nell' impianto di
Rotondella - che e' stato fatto visitare ai giornalisti mentre era in
corso, in alcune parti, un controllo da parte di ispettori dell' Iaea e
dell' Euratom - Sogin, che lo gestisce dal 6 agosto 2003 quando e'
subentrata all' Enea, investira' fino al 2015 una somma pari a 210
milioni di euro. L' impianto fu completato nel 1970 e, a partire dal
1968, ha ricevuto 84 elementi (ognuno del peso di 37,5 chilogrammi) di
combustibile irraggiati provenienti dalla centrale di Elk River
(Minnesota, Stati Uniti). Venti elementi sono stati ritrattati. Oggi, in
una ''piscina'', sono custoditi 64 elementi. Nel centro sono inoltre
custoditi rifiuti liquidi (in 433 fusti) e solidi (in 337 fusti). ''A
Rotondella - ha detto Spezia - non c' e' mai stato un solo grammo di
plutonio, perche' il centro fu realizzato per sviluppare la filiera
uranio-torio''. Attualmente, la condizioni di sicurezza della struttura
e' definita ''accettabile'', ma Sogin - hanno detto i suoi dirigenti -
sta lavorando per migliorarla. Inoltre in riferimento alla vicenda
del deposito di scorie nucleari che il Governo, nel novembre 2003,
aveva deciso di realizzare a Scanzano Jonico (Matera), i dirigenti di
Sogin hanno detto che durante contatti che la societa' ebbe con gli
amministratori regionali e locali dopo il 6 agosto 2003 non si parlo'
mai del deposito unico a Scanzano, che il Governo non aveva ancora
deciso. [3]
per
sapere quali sono le attività della SOGIN?
fonti:
SOGIN [1]
http://www.reporterassociati.org
/index.php?option=news&task=viewarticle&sid=114
[2]
http://www.ansa.it/ambiente/notizie/fdg
/200402191701138615/200402191701138615.html [3]
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