Tecnologie sperimentali e
progetti alternativi per lo smaltimento dei rifiuti radioattivi: nel passato, nel
presente, nel futuro
Il problema dello smaltimento delle rifiuti
radioattivi ha portato i diversi Stati della mondo ad adottare diverse
soluzioni: gli USA hanno deciso di stoccarli nello Yukka Mountain, in Nevada, senza riciclarli. La
Federazione Russa è propensa a compiere un'operazione simile. Francia,
Belgio, Inghilterra, Giappone hanno invece deciso di riciclarli sotto forma
di MOX (ossidi di U e Pu) e riutilizzarli per aumentare la resa di
produzione di energia e ridurre la quantità degli stessi. Sono due
filosofie completamente differenti con grosse implicazioni politiche e
strategiche, culminanti nel cosiddetto NPT (Non Proliferation Treaty), avente
la finalità di minimizzare il rischio di proliferazione, incidente o
sabotaggio.
Alcune soluzioni sono rese
impossibili:
- depositare le scorie nei ghiacci polari dell'Antartico non è permesso
a seguito di un trattato internazionale il quale sostiene che l'ultimo
continente incontaminato non deve venire a contatto con il nucleare
- seppellire le scorie radioattive nella crosta terrestre ad un livello
sufficientemente profondo perché possano essere risucchiate nel nucleo
incandescente del pianeta, è una possibilità che è già stata studiata
dagli Stati Uniti e dalla Russia, ma non esisterebbero i presupposti
geologici per realizzarla.
Altre soluzioni sono poi state prese in considerazione nel passato e
ancora altre si prendono in considerazione per il futuro. Vediamo alcune
di queste idee.
A -
Lo
smaltimento sotto i fondali marini
B -
La "trasmutazione"
dei nuclei radioattivi a vita media-lunga in elementi stabili
C -
Il Sole come discarica per le scorie nucleari
D -
L'uso civile e
bellico dell' uranio impoverito (il "prodotto di scarto")
E -
Il batterio che ripulisce dalla radioattività
D - L'uso civile e
bellico dell' uranio impoverito (il "prodotto di scarto")
L'uranio naturale è formato principalmente da due isotopi, l'uranio 235
e l'uranio 238.
Il 235 è fissile, cioè fa fissione, ed è quello che viene bruciato nelle
centrali.
Quindi, generalmente nelle centrali non si usa uranio naturale, ma
uranio arricchito, cioè uranio in cui sia stata aumentata la
concentrazione del 235.
Si usano quindi grosse quantità di uranio naturale, e si toglie il più
possibile il 235 da una parte di esso per concentrarla in un'altra parte
che poi andrà in centrale.
Quello che resta, quasi tutto 238, è l'uranio impoverito (che è
una miscela di nuclidi: U-238, U-235, U-234. Ma ciò che lo caratterizza
è la grande percentuale presente di U-238).
Dal punto di visto radioprotezionistico non è considerato pericoloso,
vista la sua bassissima attività. Il fatto è che può essere pericoloso
se respirato o ingerito, visto che le particelle alfa, che verrebbero
altrimenti fermati dallo strato corneo della pelle, andrebbero a colpire
direttamente i tessuti. In realtà l'uranio impoverito è più pericoloso
dal punto di vista chimico, in quanto metallo pesante, che dal punto di
vista della radioattività in quanto emettitore alfa. [10]
Dunque l' uranio impoverito è il prodotto di scarto della lavorazione
dell'arricchimento dell'uranio. L'arricchimento e/o l'impoverimento
dell'uranio naturale è relativo alla concentrazione in peso dell' U-235,
presente nella miscela.
Ma l' uranio impoverito è anche ottenuto come prodotto di scarto dai
procedimenti di riprocessamento del combustibile nucleare irradiato.
L'uranio impoverito viene utilizzato principalmente per le sue
caratteristiche intrinseche:
- Prodotto di scarto presente in grande
quantità
- Basso prezzo (proprio perchè è
un prodotto di scarto)
- Alta densità (la sua densità è quasi
il doppio di quella del piombo)
- Duttilità
I campi dove si usa sono:
- Nell'industria petrolifera per le
attrezzature di perforazione
- Nell'industria aeronautica per i
dispositivi di lanciamento
- Nell'industria navale per la
costruzione delle chiglie delle navi
- Nell'industria spaziale come zavorra
sui satelliti
- Nell'industria nucleare come
materiale per schermature
- Negli impianti di ricerca come
calorimetri di alta energia
- Nell'ambito dell'utilizzo militare
dell'uranio impoverito va ricordato che esso viene usato: nelle
corazze dei carri armati, nelle munizioni anticarro, nei missili e
proiettili vari.
L'utilizzo militare dell'uranio
impoverito è dettato dalle seguenti motivazioni:
- alta densità e pertanto ottima per
le corazze
- alto coefficiente di penetrazione
- piroforicità (prende facilmente
fuoco a contatto con l'aria)
[11]
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