La mappa della "accademica italiana del nucleare" 05-02-2005 - Sono gli atenei di Roma La Sapienza, Pisa, Bologna, Palermo e i Politecnici di Milano e Torino il passato e il futuro del nucleare in Italia. Se si volesse tentare di tracciare una mappa della "accademica italiana del nucleare", si dovrebbe infatti partire proprio da queste sei Università che hanno sfornato negli anni generazioni di ingegneri specializzati. Un andamento crescente nel periodo successivo alla prima crisi petrolifera (’74-’75) fino a valori dell’ ordine di circa 300 laureati all’ anno all’inizio degli anni ’80. Percentuali che sono poi diminuite sensibilmente fino a circa un terzo: con qualche sorpresa insomma si deve rilevare che nonostante l’uscita del nostro paese dall’ energia dell'atomo da ormai 17 anni, le università italiane continuano a sfornare 100 ingegneri nucleari all’anno destinati a espatriare. O a trovare lavoro in Italia (precocemente) nell’ industria meccanica, in quella chimica, nell’impiantistica, nelle industrie che operano nei settori della ricerca e dello sviluppo aeronautici e aerospaziali, negli enti e nelle società di ingegneria che sono preposti o si occupano di problemi di sicurezza, analisi del rischio e valutazione di impatto ambientale. Un presidio di conoscenze di circa 5000 unità. Si tratta di personale dalle conoscenze altamente qualificate, grazie alla partecipazione a progetti nazionali e internazionali di prestigio. Nonostante il referendum dell' 87 infatti è continuato ad esistere un intero mondo del nucleare. L' Enea e le sue collaborazioni internazionali sulla fusione e per il progetto ribattezzato Iter; l' industria come nel caso di Ansaldo Energia, impegnata per esempio nella costruzione di due unità nucleari in Romania; il mondo accademico con studi di altissimo livello, si faccia gli esempi di Roma per il reattore a sicurezza migliorata (non c’ è fusione del nocciolo e, nel caso di balzi di temperatura, il reattore si spegne da sé) Mars e il Politecnico di Milano con il progetto di reattore internazionale Iris in collaborazione con Westinghouse, l' Università della California, l' Istituto di tecnologia del Massachusetts. I Politecnici di Milano e Torino, La Sapienza di Roma, l' Università di Pisa, insieme a quelle di Padova e Palermo hanno dato poi vita nel '94 a un consorzio (Cirten) per promuovere l' integrazione di questi atenei nelle iniziative europee e internazionali. Ciò ha consentito in particolare di promuovere il progetto Enen, completato nel 2003, che aveva lo scopo di mantenere le competenze nel campo nucleare. O il progetto Neptuno che si completerà quest' anno per promuovere l' integrazione con il mondo industriale. Sempre il consorzio ha promosso l' istituzione dell' Università mondiale del nucleare fondata a Londra due anni fa. Il Cirten partecipa inoltre a due progetti internazionali di cui fanno anche parte Ansaldo e Enel per l' industria e l'Enea come ente di ricerca: si tratta dell' Eurotrans per lo sviluppo del reattore di tipo Ads e di quello Pwr di cui sono parti atenei, enti di ricerca e industrie Usa, dell' Unione Europea e dell' America del Sud. fonte: notizia da "Il Velino" Cerchi altre news rifiuti radioattivi? |