Rifiuti radioattivi all' estero (valutazioni preliminari) 19-12-2004 - Entro la fine del 2005 potrebbe partire dall' Italia il primo carico di rifiuti nucleari pericolosi. Entro il 2007, invece, potrebbe essere completata l' operazione export, che, a iniziare da oggi, dovrebbe durare in totale 3 anni: il 2005 dedicato a pratiche burocratiche e autorizzazioni e gli altri due al trasporto vero e proprio. Il materiale (1.300 elementi), viaggerà in speciali contenitori corazzati (da un minimo di 62 a un massimo di 81) preferibilmente su treno. E c'è anche l' ipotesi che il carico venga diviso tra Francia e Inghilterra per risparmiare tempo. Questi, secondo preliminari ma approfondite valutazioni dei tecnici Sogin, i tempi sul trasporto all' estero delle 235 tonnellate di combustibile irraggiato che si trova negli impianti nucleari di Trino Vercellese e Saluggia (Piemonte) e Caorso (Emilia Romagna). La maggior parte del carico prenderà la via della rotaia sia per questioni logistiche sia per la sicurezza. Gli speciali contenitori che trasporteranno il materiale, chiamati in gergo "cask", hanno uno spessore di 20 cm, sono lunghi 4 metri e hanno 2 metri di diametro. Per questo carico eccezionale dovrebbero contenere tra i 16 e i 21 elementi ciascuno. Per fare un esempio, per il combustibile di Saluggia, il precedente contratto prevede l' invio di 20 elementi ogni 5settimane. Da aprile 2003 a fine gennaio 2005, da Saluggia andranno all' estero 259 elementi per un totale di 13 operazioni di trasporto. La macchina dell' operazione è quindi già pronta. Adesso le scorie che viaggiano su rotaia hanno un convoglio battistrada seguito, a una decina di minuti di distanza, dal convoglio che trasporta i cask quindi arriva il convoglio con il personale specializzato di Sogin, Agenzia per la protezione dell' Ambiente, Vigili del Fuoco, Ferrovie dello Stato e Forze dell'Ordine. Il trasporto è affidato a una società di trasporti su strada, per il passaggio dalla centrale alla stazione, da Trenitalia, quindi dalle Ferrovie Francesi ed eventualmente dalla Bnfl per il passaggio sulla Manica in caso di destinazione Inghilterra. Per quanto riguarda i rischi, i tecnici Sogin rassicurano: ''Per Saluggia l' Arpa regionale ha certificato zero impatto ambientale, quindi stiano tranquilli tutti quelli che sollevano dubbi di pericolosità''. Ma prima del trasporto effettivo, va oliata la macchina della burocrazia. Per la pubblicazione del decreto e dell' ordinanza i tecnici Sogin pensano a non meno di una trentina di giorni. Quindi partirà la gara internazionale, e sono altri 60 giorni, poi altri 3 mesi per l'aggiudicazione e si arriva a metà 2005. Scattano poi tutte le procedure per ottenere le autorizzazioni. Iter che per Saluggia, per esempio, ha richiesto 6 mesi. Entro la fine del 2005 potrebbe quindi presumibilmente partire il primo carico. Ancora non è assolutamente possibile stabilire invece da dove si inizierà in quanto dipende dalle esigenze dell' impianto destinatario. Il trasporto dall' Italia dovrà anche tenere presente la capacità programmata e del tipo di combustibile richiesto (visto che è diverso a seconda delle centrali) dall' impianto stesso. Intanto a Caorso(Piacenza) il sindaco Fabio Callori, 41 anni, (Forza Italia) alla guida da pochi mesi dell'amministrazione comunale, non nasconde la soddisfazione per la fine di un incubo. Per parlare alla popolazione ha deciso di inviare una lettera ai suoi 4.600 concittadini per spiegare tempi e modi del trasferimento delle scorie nucleari della centrale. Scorie che, è fiducioso, non torneranno più a Caorso: ''Il materiale riprocessato tornerà almeno fra 20 anni, ma sarà collocato in un deposito nazionale che potrebbe anche non essere in Italia'', ha detto annunciando un incontro pubblico dopo le festività. Sul fatto che le scorie rimangano lontane dall' Italia non sono del tutto convinte Wwf e Greenpeace: ''Il nuovo decreto sta solo esportando il problema e da' l' illusione di una soluzione che in realtà è tutt'altro che definitiva. Va ribadito, infatti - dicono le associazioni - che ciascun paese è responsabile dei rifiuti nucleari che ha prodotto e che le scorie riprocessate in Francia o Inghilterra dovranno tornare in Italia per la loro collocazione definitiva. A quel punto l' unica scelta possibile sarà quella di un deposito nazionale di superficie, che sia facilmente controllabile e reversibile, scelta questa sostenuta da anni dal mondo scientifico e dagli ambientalisti'' In dettaglio, questa la mappa dei rifiuti nucleari pericolosi che andranno all' estero per essere riprocessati. Si tratta di 235 tonnellate di combustibile irraggiato (ossido di uranio). Due le province e tre gli impianti interessati, Trino Vercellese e Saluggia (Vercelli) e Caorso (Piacenza): - CENTRALE TRINO VERCELLESE: 47 elementi* pari a 14,3 tonnellate di uranio attualmente nella piscina della centrale - SALUGGIA: 49 elementi pari a 15,1 tonnellate stoccati presso il deposito di Avogadro e provenienti dalla centrale di Trino - SALUGGIA: 63 elementi pari a 12,9 tonnellate provenienti dall' impianto di Garigliano e stoccati presso il deposito di Avogadro - SALUGGIA: 52 elementi per 2,02 tonnellate provenienti da Trino e stoccati presso il centro Eurex - CAORSO: 1.032 elementi pari a 190,4 tonnellate stoccate presso la stessa centrale.
*L'elemento di combustibile e' uno dei componenti fondamentali del reattore nei quali si sviluppa l'energia nucleare. Ogni elemento è composto a sua volta da 64 barrette lunghe 4,5 metri. Le barrette sono canne d'acciaio che contengono pastiglie di uranio impilate. fonte: notizia ANSA Cerchi altre news rifiuti radioattivi? |