La nomina della commissione: nulla di fatto a un anno da Scanzano 12-11-2004 - A un anno dalla vicenda Scanzano, non si profilano nuove ipotesi sulla località destinata a ospitare tutti i rifiuti radioattivi oggi presenti sul territorio nazionale. Anzi, non è stata nemmeno costituita la commissione di super esperti che dovrebbe indicare entro il prossimo 10 gennaio la sede del deposito nazionale di sostanze tossiche. Tonnellate e tonnellate di scorie nucleari dunque sono destinate a restare ancora a lungo dove si trovano, cioè sparpagliate per la penisola. A meno di una improvvisa accelerazione dei tempi, infatti, è pressochè certo - secondo gli addetti ai lavori - che il termine del 10 gennaio non verrà rispettato e che la decisione finale finirà nelle mani della Presidenza del Consiglio. La legge 368, che ha regolato il dopo Scanzano, infatti prevede che, qualora non si raggiunga l' intesa entro il termine fissato, sia attribuita alla presidenza del consiglio la scelta definitiva del sito. L' aspro contenzioso aperto dalle popolazioni lucane contro la scelta di Scanzano, giudicata sbagliata e pericolosa dai manifestanti, fu risolto con la decisione del governo di azzerare quella scelta e ricominciare tutto daccapo (con un decreto, poi convertito in legge 368). Si decise, fra l'altro, di attribuire ad una commissione di 20 super esperti (nominati dalla presidenza del consiglio) l' incarico di uno studio scientifico a livello nazionale, per poi dare un parere sul luogo pi— adatto a ospitare un impianto che quasi certamente nessuna popolazione vorrebbe avere dietro casa. Impianto destinato ad ospitare i rifiuti di seconda e terza categoria, vale a dire più pericolosi sia quanto ad impatto ambientale, sia perche' possibile oggetto di attenzione da parte del terrorismo. Sul dopo Scanzano si è anche innestata la recente legge Marzano con cui, fra l' altro, sono state fissate le regole per la gestione dei rifiuti radioattivi di prima categoria (quelli meno pericolosi) per i quali si prevede la realizzazione di un altro deposito, da realizzare - anche in questo caso - in una località individuata dalla stessa commissione prevista per il dopo Scanzano. Quindi anche per questo secondo deposito i tempi potrebbero allungarsi. ''La gestione dei rifiuti nucleari più pericolosi - secondo quanto afferma il portavoce della Sogin Ugo Spezia - oggi non presenta particolari problemi. Anche perchè le strutture, come ad esempio le vecchie centrali, sono più controllate e sottoposte, dopo i fatti dell'11 settembre, a sorveglianza e custodia ancora più rigide. Il problema invece è rappresentato dai moltissimi depositi temporanei di scorie derivanti soprattutto dall' attività ospedaliera, dalla ricerca scientifica e dalla produzione industriale. Si tratta di un centinaio di siti non si sa bene quanto sicuri, come dimostra il recente incidente accaduto in una fonderia di Vicenza, dove per errore è stata fusa fra i rottami anche una sorgente di cobalto capitata lì per errore, con conseguente fuga di radioattività''. ''Questo episodio - sottolinea Spezia - è indicativo di come le strutture di controllo per il contenimento dei materiali non sempre e ovunque sono efficaci come dovrebbero. Questo è ciò che preoccupa di più, perchè in assenza di un deposito centralizzato i rifiuti pericolosi sono a volte smaltiti in modo poco corretto''. fonte: notizia ANSA Cerchi altre news rifiuti radioattivi? |