Paolo Fornaciari: sulle
incredibili affermazioni del documento "Ducato Etico Sostenibile" del
Monte dei Paschi di Siena
13-02-2005 - Il testo qui sotto è il
contenuto di due e-mail inviataci da Paolo Fornaciari, Presidente del
Comitato per il Rilancio del Nucleare (CIRN)
(autorizzazione chiesta all' autore per la pubblicazione - si
ringrazia per la disponibilità - il testo NON è stato in alcun modo
modificato)
Carissimi, ricevo dagli amici
della Università di Ingegneria Nucleare di Pisa, copia di un
documento del Monte dei Paschi di Siena, in cui tra le attività
“moralmente discutibili” da non finanziare, sono inclusi : “armamenti,
nucleare, pornografia,
e tabacco”. Dichiarazione incredibile a seguito dell’ annuncio del
Presidente del Consiglio On. Berlusconi di riaprire il discorso sul
nucleare dopo 18 anni di colpevole silenzio, se non di ostracismo e le
recenti dichiarazioni del Direttore Generale di Mediobanca, Alberto
Nagel, riportata da Adnkronos : “Mediobanca valuterebbe con favore un
investimento nel settore energetico se si trattasse di una iniziativa
privata, se magari contemplasse, ove consentito dalla legge, il
ricorso al nucleare, perché ritengo che in un sistema Paese come l’
Italia, rinunciare a priori al nucleare sia una cosa su cui
riflettere”. L’ affermazione del documento MPS, oltre ad essere in
contrasto con l’annunciata nuova politica energetica governativa è
offensiva e denigratoria nei confronti di tutti coloro che hanno
lavorato e continuano a lavorare in campo nucleare nei settori
Energetico, Industriale, Sanitario, Ricerca e Universitario. Tale
documento si configura inoltre come elemento di turbativa della
concorrenza e del libero mercato. Informo con la presente gli Enti e
le Organizzazioni in indirizzo, che é mia intenzione promuovere una
denuncia contro il Monte dei Paschi, alla Magistratura civile,
richiedendo un risarcimento da devolvere in beneficenza per l’ offesa
subita e al Presidente della Autorità Antitrust, Prof. Giuseppe
Tesauro per turbativa del libero mercato. Resto in attesa di una
cortese adesione alla iniziativa proposta.
Paolo Fornaciari, Presidente del Comitato per il Rilancio del Nucleare
(CIRN) Roma, 13 febbraio 2005
L’ incredibile inserimento
dell’e nergia nucleare tra le “attività moralmente discutibili” e da
non finanziare, è condiviso anche dal S. Paolo e Fideuram (v. Il
Sole 24 Ore di ieri, 13 febbraio, allegato PLUS, pag. 39), BNL e
dal Credit Suisse Ethical Global Sustainability.
Aggiungo a seguire un Comunicato del CIRN sul tema della
disinformazione energetica. Cordialmente, Paolo Fornaciari. Roma, 14
febbraio 2005
Il Comitato Italiano per il Rilancio del Nucleare (CIRN), prende atto
delle notizie e delle prese di posizioni a favore del rilancio del
nucleare che giungono da più parti e continua a replicare alle
affermazioni, alle iniziative, alle tematiche che non condivide. Di
sciocchezze in tema di energia nucleare, ne abbiamo sentite tante. C’è
chi afferma: “penso che allo stato delle cose e nel breve termine, l’
opzione nucleare non sia né possibile, né conveniente, né realistica
per il nostro Paese”, o ” la dichiarazione di Berlusconi sul nucleare
ha suscitato polemiche in tutto l’arco parlamentare, perché parlare di
nucleare è una semplice velleità, in quanto il nostro Paese ha
rinunciato a questa opzione venti anni fa ed ora è troppo tardi per
ripartire”. C’è chi ha detto che “l’ Italia è uscita dal nucleare con
il referendum del novembre 1987 e che anche altri Paesi starebbero per
seguire il nostro esempio”, che “le competenze sono ormai disperse”,
che “tornare indietro sarebbe impossibile e richiederebbe 10 o 15 anni
di tempo”, che “il nucleare è costoso, pericoloso e favorisce la
proliferazione militare”, che “lo smaltimento delle scorie radioattive
non è stato risolto e costituisce un’inaccettabile eredità per le
generazioni future” o che “lo smantellamento delle centrali nucleari
dimesse ha superato il punto di non ritorno e il loro riavvio
impossibile”.
Tutte cose non vere! Non è stato il referendum, che, ai sensi
dell’articolo 75 della nostra Costituzione, non poteva essere, né era,
un referendum pro o contro il nucleare : la nostra Costituzione vieta
infatti referendum abrogativi per leggi tributarie e di autorizzazione
a ratificare trattati internazionali. E l’ Italia, trenta anni prima,
con gli Atti di Roma, aveva preso il solenne impegno di “sviluppare
una potente industria nucleare”. Non il Parlamento, che al contrario,
con la mozione del successivo 18 dicembre, aveva deliberato una
sospensione per 5 anni delle nuove costruzioni nucleari, più una pausa
di riflessione che non una “pietra tombale”, come poi si userà dire.
Non l’ ultimo Piano Energetico approvato (PEN ’88) che anzi invitava a
sviluppare, nel quadro di una ampia collaborazione internazionale,
progetti di reattori nucleari facenti largo impiego di sicurezze
intrinseche o passive. Non esiste dunque alcun impedimento né
parlamentare né tanto meno tecnico, come esperienze estere hanno
dimostrato e stanno dimostrando. Lo ha affermato il Senatore a vita,
Giulio Andreotti, intervenendo ad un Convegno della Accademia dei
Lincei nel 2001 e più recentemente l’ ex Presidente della Corte
Costituzionale, Paolo Emilio Casavola : “non occorre un altro
referendum o una nuova legge se si decide di ripartire”. Non è vero
che anche gli altri Paesi industriali stiano abbandonando il nucleare:
non lo ha fatto la Svizzera che ha deciso di non costruire nuove
centrali, ma non ha certo fermato quelle funzionanti. Non lo ha fatto
la Svezia, a seguito del referendum del 1980, per le difficoltà di
mantenere altrimenti il livello di vita raggiunto. Non lo farà la
Germania che si è presa 30 anni di tempo. Non è vero che le nostre
centrali nucleari dimesse non si possono riavviare. Esistono altri
esempi di reattori nucleari riavviati dopo molti anni: é stato fatto
negli USA, a Browns Ferry, fermata 10 anni fa per un incendio, lo
hanno fatto i nostri tecnici della SOGIN, in base ad un accordo che
feci io stesso, auspice l’ambasciatore Puri Purini, con il Ministro
dell’ Energia Armeno, per la centrale nucleare di Medzamor, fermata 12
anni fa per un terremoto e a Caorso e a Trino Vercellese non ci sono
stati ne incendi né terremoti. La missione OSART della IAEA del 16.3 -
3.4 1987 così concludeva : “The OSART found Caorso NPP well mantained
and operated by a conscientious and dedicated staff” e la delibera
CIPE del 26 luglio 1990 richiedeva di mantenere le centrali, cosa che
è stata fatta per quasi 10 anni, in “custodia protettiva passiva”,
cioè in buona manutenzione, in vista di un non impossibile riavvio.
Non occorrono 10 o 15 anni per costruire una nuova centrale nucleare:
ho personalmente accompagnato i responsabili Westinghouse dal
Direttore del Dipartimento Energia del Ministero alle Attività
Produttive, amico Prof. Sergio Garribba e la Westinghouse ha
confermato che i nuovi reattori nucleari ad acqua in pressione (PWR),
largamente prefabbricati in officina, possono esser costruiti, dal
primo getto di calcestruzzo all’avviamento commerciale, in 36 mesi. In
aggiunta si dovrebbe ricordare che anche le nostre prime tre centrali
nucleari, Latina, Garigliano e Trino Vercellese, furono costruite
rispettivamente in 55, 62 e 51 mesi, quando le competenze non erano
certo maggiori di quelle di oggi. Fu la lungimiranza di uomini
illustri, che ebbi il piacere di conoscere all’ inizio della mia
carriera professionale, quali Giorgio Valerio, Enrico Mattei, Carlo
Matteini e Felice Ippolito, ad assumere con coraggio quelle decisioni
cinquanta anni fa. Il problema dello smaltimento delle scorie
radioattive è stato risolto in tutto il mondo con bunker schermati in
superficie o con pozzi in formazioni geologiche stabili e profonde.
Infine, secondo recenti studi giapponesi, il trasporto per
riprocessamento all’ estero costa da 2 a 4 volte in più, rispetto al
“dry disposal”, non solo, ma secondo la normativa internazionale, le
scorie dovranno comunque ritornare nel Paese di origine.
C’è chi ha detto del nucleare “è una occasione persa ed è inutile
piangere sul latte versato” o chi sostiene che ''i tempi non sono
maturi'' e l' opinione pubblica ''non lo accetterebbe''. Qualche
economista (Renato Brunetta) sostiene che “il caro greggio ha un
effetto modesto, quasi nullo sul PIL”, altri (Pia Saraceno) “questi
aumenti non si trasmettono a valle sui beni e sui servizi” e che
(Fiorella Kostoris Padoa Schioppa) “presto si tornerà sotto la soglia
dei 25/28 $/b”. Mentre il Ministro all’ Economia (Siniscalco) auspica
“più concorrenza” , per il Presidente di Confindustria, Luca Cordero
di Montezemolo “la priorità delle priorità sono ricerca e innovazione”
. Non sarebbe il caso di fare chiarezza e spiegare che l’attuale fase
di stagnazione economica e di declino competitivo, che tanto e
giustamente, preoccupa anche il Presidente della Repubblica, Carlo
Azeglio Ciampi, è dovuta al “caro energia” e che la crisi petrolifera
non è un “incidente congiunturale”? Quello che non si dice è che in
questi ultimi cinque anni è intervenuto un drammatico cambiamento nel
quadro energetico mondiale. Il prezzo del barile di petrolio è
schizzato da 10 a 50 dollari e quello del gas da meno di 2 a 6 $/MBTU
con punte di 8 o 9. Ci sono state perfino delle guerre (Cecenia e
Iraq) ed il nostro Paese, che nella generazione elettrica è
eccessivamente dipendente dagli idrocarburi (80% contro una media UE
del 20%), ne subisce le peggiori conseguenze. Lo ha evidenziato con
chiarezza il Presidente di Federacciai, Giuseppe Pasini, nel discorso
pronunciato di fronte alla Assemblea Annuale della sua Associazione.
Non sarebbe il caso di sentire chi le centrali nucleari ha progettato,
costruito ed esercito?
Diceva 35 anni or sono alla Conferenza di Venezia sulla Sicurezza
Nucleare, il Professor Edoardo Amaldi, illustre cattedratico,
collaboratore di Enrico Fermi e carissimo amico, da diversi anni
scomparso: "In Italia si diffida dei competenti, giudicati
ingiustamente uomini di parte e quindi non obiettivi. Ci si fida
invece dei meno competenti, cioè degli incompetenti e tanto più
difficile è il problema da risolvere tanto più incompetenti dovrebbero
essere le persone da intervistare. In qualsiasi Paese del Mondo questa
sarebbe un'o ttima barzelletta!"
Assistiamo invece alla diffusione di notizie che disorientano,
preoccupano quando non spaventano la popolazione.
Paolo Fornaciari, Presidente Comitato Rilancio Nucleare (CIRN)
Roma, 13 febbraio 2005
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