Zona NucleareIl sito unico nazionale per la raccolta delle scorie nucleari ,
la Sogin, i Personaggi, le Norme, il business dei rifiuti radioattivi,
le situazioni ambigue di una vicenda attorno cui girano Miliardi di Euro

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Il sito unico nazionale per la raccolta delle scorie nucleari , la Sogin, i Personaggi, le Norme, il business dei rifiuti radioattivi  italiano

    The only national site for collection of nuclear wastes in Italy, Sogin, Personages, Rules, radioactive wastes business  english
    Le seul site national pour la récolte des déchets nucléaires en Italie, le Sogin, les Personnages, les Règles, le business des déchets radioactifs  francais
    イタリアにおける国の統合核廃棄物処分場、la Sogin(核施設管理株式会社)、重要人物、法規、放射性廃棄物ビジネス  japanese
    El único “sitio nacional” por la recolección de la basura nuclear en Italia, la SOGIN, los personajes, las normas, el negocio de los desechos radiactivos  espanol
    Einziges Atommüll-Endlager in Italien, die SOGIN, die Mitwirkenden, die Normen, der Business des radioaktiven Abfalls  deutsch

   ENGLISH REPORT
1. I.A.E.A. report of nuclear power development in Italy
2. What is SOGIN - Nuclear Plant Management?
3. What is ANPA (now called APAT)?
4. Decommissioning in Italy - National fact sheet
5. Status of decommissioning activities of Italian Nuclear Power Plants
6. More info about Scanzano Jonico (or Ionico) and nuclear waste repository
7. Italy to send nuclear waste abroad for disposal and UK to keep foreign nuclear waste


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Cosa è il Trattato di Non Proliferazione Nucleare (TNP)?

 

Il Trattato di Non Proliferazione (TNP) fu sottoscritto il 1 luglio 1968 ed entrò in vigore il 5 marzo 1970. Il TNP proibisce agli stati firmatari che non disponessero di armamenti nucleari ("stati non-nucleari"), di ricevere o fabbricare tali armamenti o di procurarsi tecnologie e materiale utilizzabile per la costruzione di armamenti nucleari. Inoltre il trattato proibisce agli "stati nucleari" firmatari di cedere a stati non-nucleari, armi nucleari e tecnologie o materiali utili alla costruzione di queste armi. Inoltre il trasferimento di materiale e tecnologie nucleari, da utilizzarsi per scopi pacifici, deve, secondo il trattato, avvenire sotto lo stretto controllo dalla IAEA (Agenzia Internazionale per l'Energia Atomica). Il TNP ha contribuito in modo determinante a limitare la diffusione delle armi nucleari.   [1]
 

Il TNP è costituito da un preambolo e da 11 articoli.
Sulla base di tali disposizioni, con un sistema analogo a quello adottato dallo Statuto dell’ONU, l’obiettivo della non proliferazione viene fondato su due approcci teorici distinti: il disarmo ed il controllo della crescita degli armamenti. Il primo, da un punto di vista strategico, parte dal presupposto che l’esistenza degli armamenti non è una conseguenza, ma la causa principale di insicurezza e dei conflitti. Secondo questo approccio con una riduzione o, meglio ancora, con l’eliminazione degli armamenti su scala planetaria si otterrebbe una assenza di conflitti. E’ tuttavia evidente che, a fronte della perdurante anarchia della Comunità internazionale dovuta all’inesistenza di un’autorità effettivamente in grado di dirimere le singole controversie, il disarmo dà luogo al c.d. "dilemma della sicurezza". Ogni Stato, in assenza di solide garanzie internazionali, percepisce infatti come minacce le misure adottate in funzione difensiva dagli Stati confinanti, optando per il mantenimento del proprio arsenale. Al contrario, il controllo della crescita degli armamenti si basa su un approccio diverso. Partendo dal principio che le radici e la natura stessa dei conflitti sono talmente forti da non poter essere eliminati, si ritiene che l’esistenza degli arsenali militari non sia la causa, ma piuttosto l’effetto delle tensioni internazionali. Nondimeno, si riconosce che una crescita incontrollata degli armamenti può contribuire a far sfociare una semplice crisi in un conflitto internazionale, sicché il controllo di tale crescita mira a mantenere il livello di crisi sotto la soglia di pericolo.
I due approcci teorici esaminati, apparentemente contraddittori, diventano complementari nell’art. 6 del TNP, chiarendo i fondamenti del Trattato ed il suo duplice obiettivo di scongiurare la proliferazione sia in senso "orizzontale" che "verticale".
Il successo del TNP è testimoniato dal numero record di adesioni e dalla recente decisione di prorogarlo a tempo indeterminato e senza condizioni. Dall’entrata in vigore del TNP, si è creato un sostanziale regime di non proliferazione con il risultato di contenere la diffusione delle armi nucleari anche oltre le aspettative iniziali. Un eccessivo ottimismo sarebbe però fuori luogo. In effetti, l’analisi strategica della situazione contemporanea evidenzia un quadro molto più complesso e non così rassicurante. Anzitutto vi è il problema dei Paesi rimasti al di fuori del TNP: sono pochi, ma dotati di grande peso politico e militare a livello regionale.   [2]


Un numero sempre maggiore di stati è arrivato a percepire la proliferazione nucleare come antitetica agli interessi della collettività degli stati e all'ordine globale. Inoltre un numero sempre maggiore di stati non-nucleari ha accettato il carattere intrinsecamente discriminatorio (tra "stati nucleari" e "stati non-nucleari") del trattato, perchè ha riconosciuto che i progetti di costruzione di armamenti atomici sono contrari ai propri specifici interessi, oltre che agli interessi globali.

D'altra parte un numero assai limitato di stati ha intrapreso, a vario livello, attività connesse allo sviluppo di armamenti nucleari: molte di queste attività sono state abbandonate o sono state comunque tenute sotto controllo. Questo comunque non ha impedito che, intorno al regime di non-proliferazione, si stabilisse un vasto consenso internazionale, come dimostra l'alto numero di stati aderenti al trattato stesso.

Quelli che seguono sono alcuni dati in proposito:

  • Stati nucleari, ufficialmente riconosciuti come tali dal Trattato
    Questi sono, secondo la definizione stessa del TNP, Stati Uniti, Russia (come stato successore dell'ex-URSS), Gran Bretagna, Francia e Cina. I primi tre stati sono membri del TNP dall'inizio, mentre gli ultimi due stati hanno aderito al TNP nel 1992. Inoltre provvisoriamente armi nucleari strategiche sono presenti sul territorio di tre altre Repubbliche dell'ex-URSS (Bielorussia, Kazakistan e Ucraina) ma queste Repubbliche hanno già aderito al TNP come stati non-nucleari. Questo implica che, in un periodo limitato di tempo, tutte le armi nucleari dell'ex-URSS, collocate fuori dal territorio della Federazione Russa, dovranno essere rilocate nella stessa Federazione Russa.
     
  • Stati, non membri del TNP, divenuti nucleari dopo l'inizio di validità del TNP (1970)
    Dal 1970 ad oggi, un solo nuovo stato nucleare (Israele) sembra aver costruito una forza nucleare dotata di un consistente numero di testate. Un altro stato non membro del trattato ha esploso un'arma nucleare (India, 1974) e si sospetta che un terzo stato non-membro (Pakistan) sia entrato in possesso di armi nucleari. Questi nuovi stati nucleari (se tali sono) non si dichiarano ufficialmente tali. Questo può essere considerato una diretta conseguenza dell'affermarsi del regime di non-proliferazione nucleare, che ha attribuito una caratterizzazione fortemente negativa agli stati che contribuiscono direttamente alla proliferazione nucleare. Anche se la creazione di stati neo-nucleari rappresenta una violazione del regime di non-proliferazione (e quindi una "sconfitta" subita dai paesi membri del TNP), c'è da considerare la relativamente limitata dimensione di questa violazione, avvenuta in un periodo di tempo di 25 anni.
     
  • Tentativi rientrati di proliferazione nucleare da parte di stati non-membri del TNP
    Dal 1968 ad oggi uno stato inizialmente non-membro (Sud Africa) ha costruito alcune testate nucleari (6) che ha successivamente smantellato, aderendo infine al trattato come stato non-nucleare (1991). I tentativi di Argentina e Brasile (fino a poco fa entrambi stati non-membri del TNP) di costruire armamenti nucleari sono stati, a quanto risulta, abbandonati. Inoltre questi due stati hanno aderito al trattato di Tlatelolco, che stabilisce la creazione di una zona denuclearizzata in tutta l'America latina. Infine il recente accordo tra Stati Uniti e Corea del Nord ha buone prospettive di rappresentare il punto di svolta per l'inizio dello smantellamento delle potenzialità nucleari del paese asiatico (anch'esso sospettato di avere qulache testata o di essere in procinto di costruirne alcune).
     
  • Tentazioni nucleari tra gli stati membri del TNP
    Algeria, Iraq, Iran (come pure la Corea del Nord) sono stati sospettati a vario titolo di svolgere attività connesse a progetti nucleari. Le attività dell'Iraq sono state, come è noto, bloccate militarmente (bombardamento israeliano ad Osiraq nel 1981 e attacchi durante la guerra del Golfo). Il caso dell'Iraq è l'unico caso in cui attività contrarie al trattato di non-proliferazione sono state oggetto di specifiche azioni militari.
     
  • Aumento del numero di stati firmatari del TNP
    Tra i trattati multilaterali sul controllo degli armamenti, il TNP è quello che ha il maggior numero di firmatari: è quasi un trattato universale. Tra gli stati che non hanno ancora (per ora) aderito al trattato si segnalano: Brasile, India, Israele, Pakistan. Molte importanti adesioni sono giunte negli ultimi anni, tra cui: Francia, Cina, gli stati ex-sovietici. In totale 5 stati hanno aderito nel 1991, 11 nel 1992, 6 nel 1993 portando il totale dei firmatari a 163 nel 1993. In conclusione si può dire che il livello di consenso internazionale intorno al TNP è sensibilmente e costantemente cresciuto dal 1968 ad oggi.

[3]


Una potente spinta al rafforzamento del regime di non proliferazione è venuta inoltre dalle iniziative di disarmo delle 2 superpotenze nucleari (Stati Uniti e Russia). I Trattati START I e II sulla riduzione delle armi strategiche, la proroga a tempo indefinito del TNP e la messa a punto del CTBT sono tutti elementi che contribuiscono a diminuire l’enfasi sull’opzione nucleare. Le priorità più urgenti sembrano quindi attualmente riguardare l’effettiva e regolare esecuzione degli impegni previsti dai Trattati già in vigore, piuttosto che l’assunzione di nuove obbligazioni.   [4]
 

Secondo l' ONU, le nazioni che dispongono delle capacità tecniche per sviluppare armi nucleari sono attualmente 44. Gran parte di questi Paesi, almeno 35, hanno ricevuto la tecnologia, direttamente o indirettamente, da Washington (sono quelli segnalati con l'asterisco): Algeria*, Argentina*, Australia*, Austria*, Bangladesh*, Belgio*, Brasile*, Bulgaria, Canada*, Cile*, Cina*, Colombia*, Corea del Nord, Corea del Sud*, Egitto*, Finlandia*, Francia*, Gran Bretagna*, Germania*, Giappone*, India*, Indonesia*, Iran*, Israele*, Italia*, Messico*, Norvegia*, Olanda*, Pakistan*, Peru*, Polonia, Repubblica del Congo*, Romania, Russia, Slovacchia, Spagna*, Stati Uniti*, Sud Africa*, Svezia*, Svizzera*, Turchia*, Ucraina, Ungheria, Vietnam.   [5]

 

 

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http://www.uspid.dsi.unimi.it/doc/TNP/node1.html             [1] [3]
http://www.comitatoatlantico.it/files/tnp.html                     [2]  [4]
http://italy.peacelink.org/mosaico/articles/art_3929.html    [5]


 

 



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3. Il decreto-legge n. 314/03 e la legge di conversione n.368/03
4.
Accordi, norme e raccomandazioni internazionali che non sono state rispettate nella legge 368/03
5.
Risoluzione del Comitato delle Regioni (organo UE) n. 251 del 1998
6. Il Progetto europeo COMPAS
7. Riferimenti normativi in merito alla materia "rifiuti nucleari"
8. Guida Tecnica n. 26 - La gestione dei rifiuti radioattivi

9. Le Direttive Europee che disciplinano l’ accesso del pubblico all’ informazione ambientale
10. Il diritto alle informazioni e ai processi decisionali e le sue basi normative
 
 
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1. La commissione parlamentare d' inchiesta Scalia
2. La Task Force Enea
3. L' Inventario   Nazionale dei Rifiuti Radioattivi - ENEA 2000
4. Il GIS (Sistema Informativo Geografico) della Task Force Enea
5. Il GIS (Sistema Informativo Geografico) del GSP3 - SITO
6. Carlo Jean, un Generale molto militare, poco nucleare...
7. I mille incarichi del prof. Paolo Togni - vice della Sogin e tanto altro...
8. La Sogin Spa e il nucleare in Italia
9. Le attività della Sogin
10. Il parere che Carlo Rubbia ha esposto in Parlamento
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Il parere degli esperti: J.K. Mitchell, B. De Vivo, P.Risoluti, T. Regge
12. Quali fattori per la scelta: scientifici? ...o forse politici?
13. Il referendum sul nucleare del 1987
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15.
La situazione in Italia dei rifiuti radioattivi
16. Studio Sogin per la localizzazione del sito a Scanzano Ionico - relazione integrale
17. Studio Sogin per la localizzazione del sito a Scanzano Ionico - appendice finale
18. Workshop internazionale sul decommissioning degli impianti nucleari - Roma 2004
 
 
DOSSIER ITALIA
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2. Il traffico di materiale ferroso contaminato alle fonderie
3. Navi affondate e sospetti: i traffici di rifiuti pericolosi e radioattivi
4. La legge-delega sull'ambiente: effetti, personaggi, valutazioni
5. Il Ministro dell’Ambiente Matteoli: paralisi o no?

6. La costruzione del "sito unico": l'Impregilo e la B.N.L. in prima linea?
7. A Taranto una base USA per i sottomarini nucleari?
8. Il rischio attentati terroristici legati ai depositi di scorie radioattive
 
 
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1. La situazione in Europa dei rifiuti radioattivi
2. I depositi per lo smaltimento dei rifiuti nucleari nel mondo
3.
Il problema delle scorie radioattive in USA

4. Il problema delle scorie radioattive in Russia
5. L'impianto di Sellafield in Gran Bretagna per il trattamento di rifiuti nucleari
6.
Lo smantellamento degli arsenali nucleari, l' uranio altamente arricchito (HEU), il plutonio e il mox
7. Il costo per la conservazione e lo smaltimento definitivo del materiale radioattivo
 
 
PROGETTI
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1. Lo smaltimento sotto i fondali marini
2.
La "trasmutazione" dei nuclei radioattivi a vita media-lunga in elementi stabili e il "motore" di Rubbia

3. Il Sole come discarica per le scorie nucleari
4. L'uso civile e bellico dell' uranio impoverito (il "prodotto di scarto")
5. Il batterio che ripulisce dalla radioattività
 

 


 

   

last update January 2006     ::     online since 19 December 2003